giovedì 24 febbraio 2011

Approfondimenti d'arte: Isole recluse. Ottologia della villeggiatura

LUCA VITONE
Isole recluse. Ottologia della villeggiatura
Inaugurazione venerdì 25 febbraio 2011 h 18.30 -
Vicolo del Governo Vecchio 8, 00186 - Roma

Torna ad esporre presso la Galleria Cesare Manzo LUCA VITONE di recente impegnato a Roma nella collettiva Spazio. Dalle collezioni MAXXI arte e MAXXI architettura, primo allestimento tematico delle collezioni di arte e architettura del museo nazionale MAXXI.

L’artista seguita nella ricerca sull’idea di luogo e sulle modalità di rappresentazione e percezione dello stesso, ripartendo da una sua personale indagine sul monocromo iniziata nel 1988 con l’opera L’Invisibile informa il visibile. Il tentativo di una ricostruzione e di un ri-conoscimento del “topos d’origine” tramite una forma esatta, scientifica, si espleta ricorrendo ancora una volta alla cartografia militare. Negli spazi della galleria una serie di carte geografiche dell’I.G.M. composte in dittici, trittici e singoli e raffiguranti le isole di Favignana, Lipari, Lampedusa, Ustica, Pantelleria, Ventotene, Ponza e l’arcipelago delle Tremiti, ricostruiscono la genesi del confino italiano negli anni ‘30 durante il periodo fascista. Al confino, erede dell’inumano domicilio coatto di fine ottocento, furono costretti su esigue porzioni di terra in mezzo al mare, i non allineati “all’ordine del regime”, dai più grandi protagonisti del Novecento alle minoranze etniche. Vitone riflette in particolar modo su un elemento storico strettamente legato alla semantica e riconducibile alla sovrapposizione dei termini "confino" e "campo di internamento". Dall’uso indistinto dei due lemmi, spesso utilizzati come sinonimi, derivò l’errore di considerare l'internamento come una sorta di "villeggiatura", un'abile mossa dai fini propagandistici attraverso la quale il regime conferì carattere "umanitario" al confino, considerato quale possibilità di redenzione offerta ai dissidenti.
Al centro dello spazio l’opera Eppur si muove è il pretesto formale per approfondire l’analisi di un altro fenomeno implicito al tentativo di ri-definire il concetto di patria, di identità culturale, di memoria: quello del nomadismo. Vitone guarda alle culture di minoranza recuperando il simbolo identitario delle comunità Rom - la ruota del carro - trasfigurato in un vaso ondulato dalle sembianze di una bandiera dai colori dell’ottocentesco movimento anarchico. L’artista smentisce e annulla, dunque, la dislocazione nazionalistica della bandiera intesa come simbolo per eccellenza della delimitazione territoriale per dare luogo ad una nuova insolita geografia lontana dalle idee unilaterali, unidimensionali e stereotipate.

Fonte:
Galleria Cesare Manzo
Evento Facebook: Isole recluse. Ottologia della villeggiatura
Fonte della Biografia di Luca Vitone: http://www.provincia.torino.it

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