martedì 26 aprile 2011

Arrivano da Saturno i tre musicisti romagnoli

La campana suona per avvertirci l’arrivo dell’astronave ricca di suoni analogici. Sono i “Saluti da Saturno” il gruppo capitanato da Mirco Mariani, collaboratore storico di Vinicio Capossela a salire sul palco del Fellini domenica 27 Marzo. S’inizia con un carillon che disperde tra le file piene del teatro la melodia di un tempo che mai più ritorna, trascinando dietro a se “L'ultimo giorno d'estate “. A dar il via allo show è uno dei brani più intensi “Come foglie”, in cui la voce quasi recitante di Bruno Orioli è avvolta da un grappolo di note al piano. Distese sonore lasciano spazio al terzo brano, ma prima d’iniziare “Hotel miramar”, la Flexible Orchestra con il dolce suono della giostra meccanica, da veri romagnoli che sono invitano a seguire il “pianobar” futuristico elettromeccanico da più vicino. Il maestro Mirco Mariani nella sua astronave dai mille comandi si accompagna al piano e come in un sogno dedica “Di profumo e pietre scure” che riporta su strade di un pop delicato. Il suono di una radiolina scorre in sottofondo accendendo un set ritmico costante di drum machine, lasciando il passo alla malinconica “L'ombra”, dove una sirena da guerra ulula riportandoci indietro nella storia. Segue “Cinema”, un brano che ricorda l’importanza della settima arte, fotografando gli attimi della nascita del cinema in Italia. Seguire la musica dei SdS è come ritrovare il sentiero di “Casa”, piccola perla in levare costruita con strumenti quali l’optigan, il mellotron e omnichord suonati dal maestro, mentre Mirko Monduzzi alla chitarra suona un esotico riff blueseggiante. Si chiude un capitolo sonoro più intimista e narrativo come in un film noir. La seconda parte dello show riaccende l’entusiasmo del pubblico con “Parlare con Anna”, il brano che dà il titolo all’album. Una canzone d’amore che con candore e sincerità trasognata, ben si sposa all’atmosfera sospesa creata dal gruppo. Allora senza limiti a guardar la luna e il cielo per scorgere la presenza di Saturno, un tango stile anni trenta “Valdazze” ci accompagna con l’immaginazione verso la città dei musicisti. Proiettati nel viaggio-sogno, il saltellante mantra ipnotico di “Letami” scuote la scena per poi riappoggiarsi con delicatezza in “Luce”, una ninna nanna dolce seguita da “ballata appassionata” un malinconico pop da camera che richiama echi di Eels. Una chitarra appena accennata e un filo di fiato in “Le tue mani” riapre lo spettacolo, ecco lì di nuovo nelle loro postazioni a chiudere con il bis “filo di lana”. I Saluti Da Saturno (Mirco Mariani, Bruno Orioli e Mirko Monduzzi), sono la nuova musica italiana. Confezionata con accortezza artigianale e con ricerca sperimentale sui timbri, lasciano il pubblico del teatro Fellini appagati e soddisfatti con una macumba sensoriale a tratti sudamericana “tra noi”.

Articolo di Gianpaolo Danieli

Prima Fotografia tratta da http://www.ipool.it/

Fotografie di Lorenza Lorenzon

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