giovedì 10 novembre 2011

Prepariamoci alla seconda giornata del Festival della Sostenibilità di Latina

Domenica 13 novembre a Latina presso lo stabile ex-garage Ruspi, il Festival della Sostenibilità organizzato dall’Associazione Interculturale Italia Cameroun ONLUS di Latina, vi condurrà nel tema della sostenibilità passando per una riflessione con il meeting - Corridoio C  (16:00-18:30) -  Dal globale al locale: stili di vita sostenibili e consumo critico per un modello alternativo di crescita.

Ognuno può fare la differenza”, questo il titolo del celebre libro di Julia Butterfly Hill con il quale per la prima volta è stato delineato un percorso di riflessione su quei cambiamenti che possiamo adottare concretamente nelle nostre azioni quotidiane per ridurre la nostra pressione sul Pianeta e per una società più equa e civile.
Si offriranno punti di vista differenti, ma che vanno nella stessa direzione, e si rifletterà assieme sul grande ruolo di azioni apparentemente piccole che se sommate possono avere un grande impatto sia sulla nostra città che sul nostro pianeta.


LABORATORI – Corridoio A (16:00-18:30)
Riciclo creativo della plastica, a cura dell’Associazione Mutamenti onlus
Sapone e pane fatto in casa , a cura dell’Associazione Cantiere Creativo
L’orto nel balcone, a cura del signor Umberto Conticello


CINEFORUM  – Corridoio B (19:00)

Proiezione del Film “The end of the line – Un mondo senza pesci”
Questo è uno di quei film che andrebbero mostrati nelle scuole di ogni ordine e grado. Alza il sipario sullo stillicidio che si compie ogni giorno, da anni, sotto i nostri occhi: una corsa sfrenata all’approvvigionamento ittico, con ogni mezzo, che entro la metà del secolo rischia di consegnarci oceani senza più pesci da pescare, la fine di una risorsa che sembrava interminabile. E ci dice che se apriamo gli occhi non tutto è perduto: le soluzioni ci sono, e ognuno di noi, senza troppi sacrifici, può contribuire a fermare il conto alla rovescia. The End of the Line è il crudo resoconto dell’immane disastro ambientale di cui (quasi) nessuno è al corrente, la tragica cecità del genere umano che, per soddisfare interessi economici e mode alimentari, sta riducendo a un deserto il mare, la culla della vita sul nostro pianeta. Perché la fine del mondo può nascondersi ovunque, anche nel piatto di merluzzo che mangeremo stasera.

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